TechRadar Verdetto
Nonostante l'assenza del crossplay e alcuni problemi frustranti nelle modalità multigiocatore, Elden Ring: Nightreign riesce a dimostrare come sia possibile reinventare un impianto già collaudato trasformandolo in qualcosa di magnetico e appagante. Grazie all'eliminazione di molte barriere all’ingresso e a un focus ancora più marcato su flessibilità del combattimento, interazione tra giocatori e conoscenza del mondo di gioco, FromSoftware ha dato vita a un'esperienza cooperativa davvero coinvolgente già al lancio. Nightreign non si limita a essere un'espansione: è una base solida su cui costruire nei prossimi anni, con l’aggiunta di nuovi boss, personaggi e eventi globali che sapranno rendere ogni ritorno nel mondo dell’Interregno ancora più significativo.
Pro
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Un fantastico esempio di come riutilizzare le risorse di un gioco per creare qualcosa di nuovo ed emozionante.
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Una struttura roguelike avvincente che si concentra sull'elaborazione di strategie con la tua squadra.
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Classi dinamiche e divertenti con una vasta gamma di utilizzi.
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Combattimenti flessibili e personalizzazione delle build che consentono un'elevata rigiocabilità.
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Design eccezionale dei boss, inclusi alcuni dei migliori di FromSoftware.
Contro
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Impossibile da affrontare in solitaria
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Nessun crossplay
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Strani problemi di matchmaking e modalità cooperativa che non dovrebbero essere un problema nel 2025
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Richiede una conoscenza approfondita ed esperienza con Elden Ring per poterlo apprezzare appieno
Perché puoi fidarti di TechRadar
Con Elden Ring Nightreign, FromSoftware firma un esempio di come rielaborare un gioco esistente per offrire un’esperienza del tutto nuova. Il risultato è una modalità cooperativa sorprendentemente libera e versatile, che sfrutta al meglio i punti di forza di Elden Ring pur continuando a innovare. Nonostante questo, il matchmaking e alcune dinamiche online restano ancorate a soluzioni ormai datate.
Piattaforma per il test: PS5
Disponibile su: PS5, Xbox Series X|S, PC
Uscita: 30 maggio 2025
FromSoftware ha sempre riutilizzato elementi dei suoi giochi passati per dare vita a nuovi titoli: le animazioni di Bloodborne e Dark Souls sono presenti in Elden Ring, e boss come il Toro Infuocato di Sekiro che sono diventati nuove creature. Una scelta intelligente, che permette di creare nuovi mondi senza ripartire da zero. Con Nightreign, però, lo studio va oltre: usa l’ossatura di Elden Ring per costruire un gioco appartenente a un altro genere. Il risultato è un roguelike ben congegnato, ricco di sorprese e con un sistema di combattimento coinvolgente quanto quello degli altri titoli dello studio.
Una convergenza di mondi
Ambientato in una linea temporale alternativa rispetto alla trama principale di Elden Ring, Nightreign ci mette nei panni di uno degli otto Viandanti della Notte, ciascuno con uno stile di combattimento unico che funziona come una classe. Questi misteriosi guerrieri vengono evocati nella terra di Limveld e nella Tavola Rotonda, dove una fanciulla incappucciata li incarica di sopravvivere per tre giorni e sconfiggere il Signore della Notte al termine del terzo. In caso di fallimento, si ricomincia da capo, dal primo giorno.
Ogni giornata inizia con lo sbarco casuale in una zona della mappa, che va esplorata mentre una pioggia oscura chiamata Marea della Notte si restringe progressivamente. Le sessioni durano 45 minuti e portano i giocatori a visitare castelli, avamposti e rovine familiari, popolati da nemici casuali, boss e oggetti provenienti da Elden Ring ma anche da Dark Souls.
Non mancano citazioni ad altri titoli FromSoftware: alcune abilità ricordano armi di Bloodborne, mentre certe battute strizzano l’occhio ai fan più attenti. Eppure, queste comparse non risultano mai banali: i boss riproposti sono stati aggiornati per adattarsi al ritmo di Elden Ring, e ci sono intriganti indizi narrativi che suggeriscono le ragioni dietro la fusione di questi mondi e l’esistenza dei Viandanti.
Imparare a conoscere il territorio
Anche se servono un paio di partite per entrare in sintonia con il ritmo più frenetico e la struttura più libera di Nightreign, una volta affrontato il primo Nightlord, l’esperienza firmata FromSoftware diventa immediatamente coinvolgente e difficile da lasciare.
A differenza del percorso lineare tipico di altri titoli dello studio, Nightreign punta tutto sull’apprendimento e sulla gestione strategica di ogni giornata a Limveld. Che si tratti di affrontare un boss dopo l’altro per raccogliere Rune e potenziamenti, esplorare caverne in cerca di pietre da forgiatura, oppure attraversare la mappa per recuperare fiasche di cura extra, ogni decisione ha un impatto fondamentale sulla sopravvivenza e sulla progressione.
A prima vista, Nightreign può sembrare un semplice sandbox d’azione o un boss rush senza cervello, ma in realtà è un roguelite ben studiato, incentrato su conoscenza della mappa, gestione del loot e momenti chiave in cui cambiare approccio, proprio come accade nei battle royale o nei giochi a estrazione. La soddisfazione nel padroneggiarlo ricorda alcuni dei migliori puzzle game, come Return of the Obra Dinn o Blue Prince, in cui si prova un brivido nel decifrare una meccanica o nel trovare una soluzione nascosta.
Imparare a ottimizzare le run attraverso Limveld è stato uno degli aspetti più gratificanti del gioco. Non mi aspettavo che fosse così cruciale, ma grazie alla comunicazione nella chat vocale, al confronto tra esperienze individuali e alla collaborazione per unire le strategie, siamo riusciti a scoprire trucchi nascosti. Ad esempio, abbiamo trovato il modo di massimizzare il livello o ottenere più armi leggendarie durante una singola partita, aumentando così le probabilità di battere i Nightlords. Questo spirito di scoperta condivisa e diffusione delle informazioni tra giocatori, tipico del lancio di Elden Ring, è presente anche in Nightreign e ne costituisce il cuore pulsante, soprattutto se si gioca in compagnia su Discord o in grandi gruppi.
Lo stesso vale per la progressione permanente, che ruota attorno a reliquie casuali sbloccate alla fine di ogni run. Se ne possono equipaggiare tre per personaggio alla Tavola Rotonda, e garantiscono potenziamenti minori (come danni elementali extra) oppure bonus significativi per i Cavalieri, come l’amplificazione delle abilità o la possibilità di condividere le cure con i compagni vicini, triplicando l’effetto delle fiaschette curative.
Durante il periodo di recensione, ho sentito parlare di abilità che non ho mai visto in prima persona, e l’enorme varietà data dai sistemi di potenziamento di Elden Ring, dai tipi di danno elementale, dalle armi e dai Cavalieri, permette tantissime combinazioni di build diverse.
Scegli la tua build
Nightreign ruota tutto attorno a fare il massimo con il poco tempo a disposizione, premiando chi collabora e riesce a distruggere i boss in pochi secondi. Spinge il team a combinare abilità e attacchi per stordire i nemici, mentre la comunicazione costante è fondamentale per mantenere il gruppo sincronizzato.
Per questo motivo, è un gioco difficilissimo da affrontare in solitaria, anche se l’opzione esiste. Si può fare, certo, ma il bilanciamento dei nemici e il sistema di ricompense per la progressione sono pensati per gruppi affiatati che riescono a completare più obiettivi possibile in ogni run, un compito arduo per un singolo giocatore.
Potremmo parlare per ore dei Nightlord, ma chi conosce FromSoftware sa già cosa aspettarsi: a spiccare non sono tanto i boss in sé, quanto la struttura e i sistemi innovativi su cui poggia Nightreign. Detto ciò, gli scontri con i questi boss sono comunque tra i più spettacolari mai realizzati dallo studio. Propongono pattern di mosse complessi, abilità multiple, trasformazioni improvvise e un accompagnamento musicale orchestrale impressionante e teatrale. In quanto a design di nemici e combattimento, FromSoftware non sbaglia mai, e anche stavolta mantiene altissimi standard.
Un elemento che rischiava di essere problematico era quello dei Cavalieri. Potevano sembrare classi predefinite e forzate, ma si rivelano invece versatili e ben strutturate, con abilità utilizzabili in modo creativo. Ogni Nightfarer può usare qualsiasi arma o oggetto: se si vuole giocare l’Executor, pensato per parate e katane, con un pugnale, si può, anche se si perde in efficacia. Questo approccio ibrido e aperto lascia ampia libertà al giocatore, evitando gli incasellamenti rigidi tipici di altri roguelite.
Questo significa che si può creare una build al volo, senza mai sentirsi vincolati a uno stile di gioco fisso. Il sistema consente di adattarsi in corsa durante le run in Limveld. Le armi a distanza non richiedono munizioni, e il peso degli equipaggiamenti non viene considerato, il che dona al combat di Nightreign una rapidità e fluidità che non si trova nemmeno in Elden Ring. Si eliminano così molti ostacoli, rendendo tutte le armi immediatamente accessibili, anche per chi vuole provare magie o archi: sì, hanno reso davvero divertente il combattimento a distanza.
In aggiunta, i kit di abilità dei Nightfarer sono stratificati e spesso offrono funzioni che non sono subito evidenti. Un esempio è Ironeye, l’arciere: la sua ultimate Single Shot spara una freccia supersonica capace di stordire boss, eliminare interi gruppi di nemici, o addirittura rianimare gli alleati caduti. E la cosa più interessante è che, con un colpo ben piazzato, può fare tutte queste cose contemporaneamente, ha salvato la mia squadra più volte così.
Ogni personaggio e le sue abilità possono essere usati in modi offensivi o di supporto, e sperimentare nuove combinazioni è gratificante quanto esplorare Limveld. Inoltre, si può giocare con tre personaggi identici o con qualsiasi combinazione, e riuscire comunque a vincere: non serve nessun ruolo specifico, anche se chiaramente alcune abilità sono più potenti di altre. Anche in questo, FromSoftware ha abbattuto barriere, lasciando spazio a un gioco di squadra più libero e creativo.
Alcuni ostacoli importanti in Nightreign emergono però dopo qualche ora di gioco. Poiché gran parte di Nightreign si basa su Elden Ring, è fondamentale conoscere bene quel mondo per apprezzare appieno l’esperienza. Non si può semplicemente affrontare il un determinato nemico più volte per imparare i suoi pattern: potrebbe non comparire affatto o trovarsi altrove nella successiva run in Limveld.
Lo stesso vale per i Nightlord: non è possibile saltare direttamente al terzo giorno e allenarsi su di loro. Serve completare una run di 45 minuti per incontrarli di nuovo, un processo che può risultare logorante. È quindi essenziale avere familiarità con il combat system di Elden Ring, oltre ad aver completato sia il gioco base che l’espansione Shadow of the Erdtree, dato il livello di difficoltà di alcuni boss.
I giocatori di ritorno riusciranno a ingranare dopo qualche tentativo, ma è chiaro che Nightreign è progettato per l’élite dei Soulslike: quelli che hanno memorizzato ogni pattern di attacco in Elden Ring e negli altri titoli di FromSoftware.
Un altro problema rilevante riguarda il matchmaking e l’assenza di crossplay. Durante il periodo di prova, abbiamo riscontrato difficoltà a creare lobby con password, con matchmaking che falliva o non riusciva a far incontrare i giocatori nonostante le impostazioni identiche. Nightreign eredita diversi limiti del multiplayer dei precedenti giochi dello studio.
E nel 2025, l’assenza del crossplay è francamente inaccettabile. Considerata la difficoltà del gioco e la necessità di comunicazione costante, è difficile immaginare di affrontare con successo i Nightlord più ostici senza una squadra di amici affiatati con cui parlare. Non è una debolezza strutturale del gioco, ma rappresenta una condizione impegnativa che rischia di escludere molti giocatori da buona parte dei suoi contenuti.
Perché giocare a Elden Ring Nightreign?
Ragioni per giocare
Avete già finito Elden Ring e conoscete a memoria i boss dei giochi
FromSoftware Nightreign si basa sulle fondamenta di Elden Ring, e la sua natura roguelike premia chi conosce bene il sistema di combattimento e sa già affrontare i nemici iconici dello studio. Se siete veterani della serie, vi sentirete subito a casa.
Giocate spesso in co-op con amici affidabili
Affrontare Nightreign da soli è un’esperienza frustrante, anche per i più esperti. Il gioco è pensato per la cooperativa a 3 giocatori, e per ottenere il meglio bisogna comunicare, combinare abilità e ottimizzare le build in sinergia. Avere un team affiatato è quasi indispensabile.
Ragioni per NON giocare
Non avete mai giocato a Elden Ring o a un soulslike
Nightreign non è il punto di partenza ideale per scoprire l’universo di FromSoftware. Il gioco è strutturato su run da 45 minuti a tempo limitato, con un ritmo serrato e una difficoltà pensata per veterani. Non permette di esplorare o imparare con calma, rendendolo poco adatto a chi cerca un'introduzione graduale alla serie.
Accessibilità
Elden Ring Nightreign ha opzioni di accessibilità molto limitate. È possibile regolare velocità della telecamera e mira a distanza, ma non esistono livelli di difficoltà e il gioco è pensato per essere affrontato in co-op a tre giocatori con comunicazione attiva, cosa non sempre possibile per tutti.
Non ci sono opzioni per personalizzare i sottotitoli o modificare l'interfaccia HUD, né strumenti pensati per chi ha problemi visivi o uditivi. Su console è consentito rimappare solo alcuni comandi, ma non tutti, il che potrebbe rendere il gioco inaccessibile a chi utilizza controller personalizzati.
Nato nel 1995 e cresciuto da due genitori nerd, non poteva che essere orientato fin dalla tenera età verso un mondo fatto di videogiochi e nuove tecnologie. Fin da piccolo ha sempre esplorato computer e gadget di ogni tipo, facendo crescere insieme a lui le sue passioni. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato con diverse realtà editoriali, cercando sempre di trasmettere qualcosa in più oltre alla semplice informazione. Amante del cioccolato fondente, continua a esplorare nuove frontiere digitali, mantenendo sempre viva la sua curiosità e la sua dedizione al settore.